Lo Zibaldone
Gianni Verdoliva: “Ritorno a Villa Blu”
Ritorno a Villa Blu di Gianni Verdoliva è una storia che mantiene tutta l’architettura classica delle fiabe – nell’impostazione, nella struttura, nei personaggi come anche nel linguaggio – e, al contempo, si presenta innovativa nei contenuti, molto attualizzati rispetto alle consuetudinarie vicende che narrano di principi, principesse, orchi, streghe, fate e folletti.
Tre fratelli che si ritrovano ad aver ereditato l’antica casa famigliare, Villa Blu per l’appunto, e vi si recano per la prima volta soli, senza i parenti “adulti”, ovvero genitori e nonni. Dal prendere le misure su come organizzare e amministrare la proprietà ricevuta in dono si ritrovano catapultati in uno scenario completamente stravolto, nel quale mille avventure li attendono, unitamente a pericoli, personaggi malvagi ma anche buoni.
Alla fin fine il lettore si ritrova dinanzi al classico dualismo tra bene e male, vero grande leit motiv del genere. A salvare il testo di Verdoliva dalla banalità sarà proprio l’aver scelto di rendere molto attuale la vicenda narrata, all’interno della quale si ritrovano diversi spunti di riflessione sul presente.
Espediente parimenti ben riuscito sono i numerosi flashback che l’autore ha inserito nel testo, i quali contribuiscono a dipanare alcuni punti che altrimenti sarebbero potuti rimanere oscuri al lettore.
In diversi punti Verdoliva sembra quasi strizzare l’occhio alla letteratura gialla, allorquando inserisce diversi climax ascendenti per ingenerare in chi legge suspence. Misteri e momenti di tensione narrativa contribuiscono, infatti, a mantenere alto il livello di attenzione durante la lettura. Ma si tratterà sempre e comunque di leggeri momenti di tensione, non ci sono violenti o irruenti splatter nel libro.
Vicende e ritmo sempre più incalzanti e che avranno il loro culmine nella notte del Solstizio d’estate, che sarà la resa dei conti non solo con il sortilegio ma anche con tutto il carico emozionale che grava sui tre fratelli e che investe il presente e il passato dell’intera famiglia.
Lo stile di scrittura è molto equilibrato, caratterizzato da una particolare grazia e cura per i dettagli. Anche nelle lunghe esposizioni e descrizioni, l’autore riesce a donare il giusto ritmo alla scrittura, leggendolo a voce alta si avverte quasi la sensazione di intonare una melodia. È sicuramente un registro narrativo che ben si adatta a un genere letterario per vocazione destinato alla trasmissione, anche orale, al “racconto”.
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