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2084: un libro che diventa un disco con The Piano Room
Pensare ad un capolavoro letterario che entri, nel bene o nel male, a far parte anche del mondo del cinema è un passaggio che ormai diamo per assodato. Le diatribe su quale sia la forma migliore e quale debba essere il giusto approccio fanno poi parte delle polemiche di contorno. Meno scontato è, invece, il processo che porta un libro a diventare un disco. È una questione culturale nonché la logica conseguenza dello svilimento della più ineffabile delle Arti: la Musica. Un’Arte colpevolmente trascurata dalla politica e di cui, spesso, si conosce poco e quel poco è molto frammentato e decontestualizzato. Sfido, infatti, voi lettori a dirmi quanti hanno apprezzato o, semplicemente, sentito parlare di 2084 quarto album del progetto The piano Room, che fa capo a Francesco Gazzarra compositore di colonne sonore per il cinema e la tv, nonché di leader di una band acid-jazz, lounge e soul. Probabilmente e voglio peccare di presunzione, pochi. Se, invece, chiedessi quanti hanno letto 1984 di G. Orwell o 2084: The End Of The World di Boulaem Sansal la risposta positiva sarebbe unanime o quasi. Ma come ho detto la Musica è ineffabile e tra le fonti d’ispirazione di Francesco Gazzara troviamo anche le suggestioni che gli derivano dalla visione di film come La Fuga di Logan di Michael Anderson; Brazil di Terry Gilliam.
Un concept composto da un’unica lunga suite, divisa in quattro momenti, interamente pensata per il pianoforte. La versione originale, quella acustica e non manipolata e riproposta con tastiere dalle sonorità vintage, synth analogici e mellotron, che costituisce il punto di partenza dell’album, la ritroviamo bonus track. È il classico album da gustare in compagnia dei libri che lo hanno ispirato, tentando di coglierne gli umori dei protagonisti e, magari, riflettere sulla visione profetica che G. Orwell ci ha regalato in un romanzo che ha ormai ben poco di distopico.
di Fortunato Mannino

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